Questo album raccoglie le visualizzazioni delle storie Instagram da parte di modelle, artisti, personaggi noti —  che con la loro presenza, hanno sfiorato e riconosciuto il lavoro del maestro a cui spesso era dedicato un omaggio. In molti casi, questi sguardi digitali si sono trasformati in gesti di apprezzamento, risposte, dialoghi. Ma anche quando il passaggio è rimasto silenzioso, esso ha lasciato una traccia.

Come un libro degli ospiti posto all’uscita di una mostra, o un registro di bordo dove chi sale su una nave lascia il proprio nome, ogni screenshot raccolto è una firma invisibile, un segno che testimonia un contatto, una presenza — per quanto breve — che suggella il valore dell’opera e ne amplifica il senso.

> The Guestbook of Gaze non è solo un archivio digitale, ma una topografia di attenzioni: luoghi in cui lo sguardo di chi è spesso osservato si fa a sua volta osservatore. Qui l’artista è il paesaggio e il personaggio noto diventa il passante che lascia un’impronta, anche senza accorgersene.

In tempi dominati dalla fretta del contenuto, questo lavoro si propone come un’ode alla lentezza dello sguardo, alla possibilità che l’arte viva anche nel piccolo gesto del “visualizzato”. Presenze rare che, come stelle nel log di navigazione, orientano il viaggio creativo del maestro.

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